Scrivere di Content Marketing è fare del meta-Content Marketing? Pirandello sarebbe senz’altro d’accordo, e questa è già una buona ragione per proseguire nell’intento nonostante da qualche tempo i “contenuti” siano trend topic a causa del discorso intorno a Chat GPT e a tutte le AI che macinano e producono testi e immagini.
Il fatto è che, con o senza l’ausilio delle AI, il Content Marketing è ancora una delle tecniche di marketing più efficaci grazie alla sua capacità di creare e distribuire contenuti pertinenti e di valore per attrarre, acquisire e coinvolgere una target audience chiara e definita, per raggiungere, catturare e fidelizzare i potenziali clienti. Che poi clienti diventano, e restano tali.
Cos’è il Content Marketing: una definizione
Prendiamo per buona, anzi ottima, la definizione che abbiamo appena abbozzato e che arriva direttamente dal Content Marketing Institute: “Il Content Marketing è una tecnica di marketing volta a creare e distribuire contenuti pertinenti e di valore per attrarre, acquisire e coinvolgere una target audience chiara e definita, con l’obiettivo di guidare i clienti verso una azione redditizia”.
In questo senso, gli obiettivi del Content Marketing sono due: creare autorevolezza e solidità intorno al brand, rendendolo rilevante nel suo settore e agli occhi del suo target, e fare del rumore attorno al brand, che sia rumore di qualità, in grado di posizionarlo sui motori di ricerca nel modo migliore.
Il Content Marketing fatto bene deve allontanarsi dal concetto di pubblicità, perché i tuoi potenziali clienti non lasceranno mai il loro contatto o i loro dati in cambio di un catalogo prodotti o di una brochure sulla storia della tua azienda. E sai perché? Perché questi sono contenuti utili alla tua comunicazione, ma non sono utili a soddisfare le domande degli utenti. Se cerco il tempo di cottura delle patate al forno mi sarà più utile scaricare un ricettario, o un catalogo di accessori per il forno? Appunto.
L’autorevolezza si dimostra non cercando di spingere i propri prodotti ad ogni occasione buona, ma mostrando una profonda conoscenza dei problemi che impediscono ai propri potenziali clienti di raggiungere i loro obiettivi e guidandoli verso la risoluzione degli stessi. Siamo tutti capaci di presentare i nostri prodotti e servizi, ma non tutti sono in grado di elaborare contenuti davvero di valore. Quei contenuti che risolveranno problemi e metteranno le basi per la nascita di un rapporto di fiducia.
Quindi, a cosa serve il Content Marketing?
Per riassumere questi primi concetti possiamo dire che il Content Marketing serve a creare una conversazione su un tema, e conseguentemente su un brand, fornendo agli utenti contenuti di valore, possibilmente originali e non banali. La mera presenza sul web del marchio, infatti, non è sufficiente ad attirare l’attenzione dei prospect: o pensavi che bastasse creare un sito web o aprire un profilo social per sbancare il mercato?
Sappiamo tutti che i tempi dell’outbound marketing, quello a senso unico che spinge l’azienda verso gli utenti in maniera talvolta aggressiva, sono terminati (o perlomeno, cambiati): grazie all’inbound marketing, oggi i nostri contenuti non parlano più a tutti gli utenti ma dialogano con consumatori già potenzialmente interessati, che abbiamo raggiunto grazie all’analisi e a una potente targettizzazione.
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Fare lead generation con il Content Marketing
Per fare lead generation attraverso il Content Marketing devi avere innanzitutto una Content Offer, cioè un’offerta di contenuti interessanti e validi. Come puoi offrire questi contenuti? Utilizzando diversi formati: dal video al blog post, dall’e-book scaricabile al webinar gratuito, e così via. Anche i canali attraverso cui offrire i contenuti saranno diversi e dovranno essere adatti, naturalmente, al target e al formato del contenuto.
Sarà il contenuto ad attrarre il potenziale cliente e a convincerlo ad avvicinarsi a noi. Magari l’utente si metterà addirittura in contatto subito con noi, compilando una form o lasciandoci i suoi dati per essere ricontattato.
È così che si avvia, in sintesi, un processo di lead generation.
Ecco qualche esempio di contenuti che puoi produrre per dare valore ai tuoi clienti (e farti ricordare nel tempo):
- E-book – Uno strumento completo ed esaustivo, che può essere personalizzato e contenere molte informazioni davvero utili agli utenti. Un esempio? Un e-book di ricette per lo svezzamento di un bebè oppure una guida per imparare a preparare presentazioni Powerpoint perfette.
- Demo o free trial – Se vendi un servizio, magari online, il tuo utente potrebbe essere interessato a una prova gratuita di qualche giorno o a una demo personalizzata. Pensaci.
- Whitepaper – Si differenzia dall’e-book per il fatto che solitamente trattano di argomenti specifici e molto tecnici: si trovano frequentemente in ambito medico, farmaceutico, tecnologico, delle consulenze.
- Webinar – Molto utili per rispondere alle domande degli utenti in un’occasione di dialogo, perfetti anche da inviare come video se registrati.
Ovviamente, procedere per tentativi non è sensato: per raggiungere i tuoi obiettivi non bastano i contenuti, ma serve definire una strategia. Questo per garantire che i contenuti condivisi con il pubblico siano in linea con gli obiettivi e con la mission aziendale!
Non vorrai mica avere un pubblico eterogeneo e non interessato, e magari confonderlo anche? Il rischio è quello di vedere le vostre CTA abbandonate, senza nemmeno un clic.
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Il Content Marketing fatto con l’AI
Uno degli argomenti più dibattuti in questo inizio di 2023 – tema quasi vecchio, visti i tempi sempre più ristretti dei trend - è senz’altro l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti per la strategia di Content Marketing.
Chat GPT e tutti gli altri bot istruiti per la creazione di contenuti originali e in ottica SEO possono essere in realtà dei grandi alleati per la definizione e la messa a terra di una strategia content oriented.
I software basati sul’AI infatti sono di grande aiuto per la creazione di una struttura per newsletter, blog post, pagine web e e-book, oltre che per l’ottimizzazione SEO dei contenuti stessi. Non solo testi: i bot sono in grado di produrre anche materiali visivi, “fotografie” e grafiche sempre più realistici e aderenti ai desiderata dei loro creatori. E questo vale anche per i video e i videoclip: hai già visto le AI all’opera anche su questi formati?
Ovviamente, la mano e la testa dell’uomo non possono restare esclusi da questi processi: l’importanza dell’intelligenza umana e non artificiale nell’inserimento delle query, nel dialogo con l’AI e nell’ottimizzazione finale non è messa in alcun modo in dubbio, almeno per il momento.
Infine, un aiuto dall’Intelligenza Artificiale arriva anche per i Community e i Social Media Manager: risposte automatiche, chatbot e customer care non sono il futuro, sono già presente.
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