Esiste qualcosa di più vulnerabile e fragile della reputazione? 

Se hai seguito il recente caso Chiara Ferragni/Pandoro Balocco, o anche l’epopea di Dolce e Gabbana in Cina o ancora il caso Barilla/famiglia tradizionale saprai molto bene che di fronte a un fail è davvero facile subire una shitstorm online e trovarsi con la reputazione web rovinata.  

Anche in passato la reputazione di un brand era importante, ma oggi ogni azione, dichiarazione, recensione o articolo ha più probabilità di incidere sulla percezione pubblica di un marchio, con effetti che si manifestano (e spesso poi si dissolvono) a una velocità senza precedenti. La reputazione online non è solo una questione di immagine, ma è anche un asset aziendale quantificabile e intimamente legato alla performance finanziaria. Secondo stime del World Economic Forum, infatti, la reputazione digitale costituisce fino al 25% del valore di mercato di un'impresa. Basta un piccolo incidente o una gaffe mal gestita per creare danni al fatturato e alla solidità di un brand. 

Cosa possiamo fare, quindi? Essere prudenti è il primo passo, per tutto il resto c’è la SEO.  

 

Web Reputation, cos’è?

Nel mondo del marketing il termine web reputation si è sempre riferito semplicemente alla fama di un brand o prodotto online. Oggi, però, il concetto si è espanso a includere l'insieme delle informazioni correlate disponibili in rete, contribuendo alla costruzione dell'identità digitale di un soggetto e influenzando le opinioni degli utenti. In questo scenario, la capacità di fare una buona prima impressione è importante perché i potenziali clienti si formano rapidamente un'opinione basandosi sui risultati di ricerca di Google, sulle recensioni e sui commenti degli altri utenti.  

È chiaro quindi come la SEO possa effettivamente contribuire a modellare la reputazione online, promuovendo la visibilità dei contenuti positivi nelle SERP e spostando quelli negativi verso posizioni meno evidenti. Utilizzando la SEO, siamo in grado di guidare la conversazione intorno al nostro brand, mostrando al nostro pubblico l'immagine più favorevole.

 

SEO e Web Reputation, come fare

Quando si inizia a gestire la online Reputation attraverso la SEO, monitorare i risultati di ricerca che coinvolgono il nome del proprio brand diventa una pratica consigliata per mantenere e rafforzare la propria presenza online in modo proattivo. La strategia inizia con una meticolosa attenzione ai termini di ricerca che potrebbero portare a risultati negativi, con l'obiettivo di identificarli e gestirli efficacemente. 

Una delle prime azioni consiste nell'ottimizzare i canali di proprietà, come il sito web aziendale, gli account sui social media e il blog ufficiale. L'ottimizzazione si concentra sull'implementazione di pratiche SEO mirate a migliorare il posizionamento di questi asset nei risultati di ricerca, assicurando che siano tra i primi a essere visualizzati quando gli utenti cercano il nome del brand. Tradotto in concreto: bisogna che l'aggiornamento di contenuti pertinenti e di qualità sia regolare, così come l'utilizzo di parole chiave strategiche e la cura di aspetti tecnici come la velocità di caricamento delle pagine e la compatibilità mobile. 

Visto che stiamo creando contenuti positivi, perché già che ci siamo non proviamo a posizionarli con attività di Digital PR? Collaborare con influencer e personalità rispettate nel proprio settore può amplificare il messaggio del brand, raggiungendo un pubblico più ampio e influenzando positivamente la percezione del marchio. Queste collaborazioni possono variare da post sponsorizzati sui social media a partnership per la creazione di contenuti condivisi. 

Attenzione, però: prima di provare questa strategia valuta bene il sentiment che si è creato attorno al tuo brand. Chiara Ferragni, ad esempio, dopo il caso Balocco ha provato a postare collaborazioni con altri brand ottenendo, però, ulteriori ondate di commenti negativi.  

Il monitoraggio delle recensioni online, poi, è un altro punto importante della nostra strategia. Ascoltare attivamente i feedback dei clienti su piattaforme di recensione e rispondere in modo costruttivo a commenti sia positivi che negativi dimostra l'impegno del brand verso la soddisfazione del cliente. Implementare sistemi per incoraggiare le recensioni positive e gestire quelle negative, poi, può influenzare direttamente la percezione pubblica. 

L'obiettivo di tutte queste azioni è assicurare una presenza dominante sulla prima pagina di Google per il nome del brand, popolandola con contenuti che riflettono positivamente l'immagine aziendale. Questo approccio limita lo spazio disponibile per i risultati negativi, riducendone l'impatto sulla percezione del marchio. 

E se la situazione fosse già sfuggita di mano? 

In situazioni particolarmente gravi, quando i contenuti dannosi non possono essere superati attraverso le strategie sopra menzionate, si può valutare la possibilità di richiedere la rimozione delle URL attraverso il diritto all'oblio di Google. Questa misura legale permette di chiedere la deindicizzazione di pagine web che contengono informazioni obsolete o inesatte che possono danneggiare l'individuo o l'azienda.

 

Search Engine Reputation Management, i miei take away

Ti lascio, per comodità, la mia check list aggiornata al 2024 dei passi da compiere per un’attività di SEO Reputation Management.  

  • Controllo della prima pagina – molti utenti di Google, purtroppo o per fortuna, non vanno quasi mai oltre la prima pagina di ricerca. Se già cercando il tuo brand non escono risultati negativi in quella, puoi tirare un piccolo sospiro di sollievo;  
  • Attività sui social media e siti di recensione – controlla spesso le recensioni e interagisci con gli utenti, rispondendo in maniera puntuale e cortese;
  • Google Business Profile – utilizza questo strumento utilissimo per controllare le informazioni visibili nei risultati di ricerca relativi al brand;
  • Crea contenuti su parole chiave potenzialmente negative – se non puoi combatterli, unisciti a loro! Creare contenuti che affrontino direttamente queste query per influenzare positivamente la percezione del brand sembra un’azione controintuitiva, in realtà potrebbe essere una mossa coraggiosa e vincente. Da valutare di caso in caso;
  • Non esiste solo Google – hai monitorato anche gli altri motori di ricerca come Bing o Yahoo? 

Sfruttare i meccanismi SEO per aiutare un brand a migliorare la propria immagine dopo una caduta di stile o un fail è una scelta utile e spesso vincente. Se, però, i reclami iniziano a diventare molti e i passi falsi si moltiplicano, allora diventa importante coinvolgere non solo il team marketing ma tutta l’azienda per scovare e sistemare eventuali problemi aziendali molto più profondi.  

Ps. Sì, Reputation Era nel 2024 è una chiave di ricerca abbastanza forte (Taylor Swift ti dice niente?) e mi ha tentato, lo ammetto.

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