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Dalla ricerca alla conversazione: come il concetto di AI-powered Shopping sta rivoluzionando gli acquisti online

27 maggio 2025

Non è solo una nuova funzione, è una nuova logica. Il concetto di AI-powered shopping segna l’ingresso ufficiale dell’intelligenza artificiale generativa nel cuore dell’esperienza d’acquisto digitale.

Un cambiamento che non riguarda solo le tecnologie, ma il comportamento degli utenti, i punti di contatto tra brand e clienti, e la struttura stessa del customer journey. 

Per chi si occupa di e-commerce e digital marketing, è una svolta da leggere attentamente. Perché in questa nuova realtà, non vince chi è più visibile, ma chi è più rilevante nel contesto di una risposta generata dall’AI

 

Che cos’è l’AI-powered shopping? 

Il concetto di AI-powered shopping descrive un nuovo modello di esperienza d’acquisto in cui la scoperta, la valutazione e la decisione vengono mediate da assistenti AI conversazionali. L’utente non digita più “scarpe da corsa migliori 2025”, ma chiede direttamente a un assistente: “Quali scarpe da corsa sono ideali per chi ha il piede pronato e corre su terreni misti?”. 

La differenza non è solo linguistica. È strutturale. 

In questo contesto, l’AI interpreta l’intento, elabora informazioni da più fonti, sintetizza proposte e spesso guida verso un link diretto di acquisto. La scelta avviene nella conversazione, non nel confronto manuale tra schede prodotto. 

 

Dalla ricerca alla conversazione: cosa cambia davvero. 

Il funnel si trasforma. Ecco cosa succede nel passaggio da una logica search-based a una logica AI-driven: 

  • L’utente parte da un’esigenza articolata, non da una semplice keyword (neanche se a coda lunga). 
  • L’AI ricompone l’intento, accede a dati, recensioni, fonti e offre una risposta ragionata. 
  • Nella risposta compaiono suggerimenti contestuali, spesso accompagnati da link commerciali o schede già sintetizzate, in alcuni casi anche da video. 
  • Il confronto, se avviene, è gestito dalla stessa AI, che struttura pro e contro tra alternative. 

Il risultato? Un salto in avanti in termini di immediatezza, pertinenza e fluidità dell’esperienza. Ma anche un nuovo terreno competitivo per i brand. 

Perché questa evoluzione stravolge tutte le regole per chi vende online? 

  1. 1. La discovery non avviene più nella SERP. Il primo punto di contatto tra cliente e prodotto potrebbe non essere più il sito del brand, né un annuncio sponsorizzato. Ma una menzione all’interno di una risposta AI, basata sulla qualità del contenuto, sulla coerenza semantica e sulla reputazione della fonte. 
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  3. 2. I contenuti devono essere strutturati per l’AI, non per il crawler. Le AI conversazionali “pescano” solo da fonti che riescono a comprendere, sintetizzare e ricontestualizzare. Significa costruire contenuti modulari, ben organizzati, con dati strutturati, esempi chiari e un linguaggio funzionale alla comprensione automatica. 
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  5. 3. Il valore non è più nell’essere cliccati, ma nell’essere citati. Non è detto che un brand riceva traffico diretto da una risposta AI. Ma può guadagnare autorevolezza e fiducia se è riconosciuto come fonte della sintesi. In un ecosistema conversazionale, l’autorevolezza è la nuova visibilità. 
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  7. L’impatto sull’ecosistema e-commerce, oltre la scheda prodotto. 

    Nell’AI-powered shopping, il sito e-commerce perde centralità come unico spazio decisionale. Ecco perché: 

    • I contenuti devono uscire dallo store: devono essere presenti su fonti che l’AI considera autorevoli (articoli, recensioni, community, guide). 
    • La scheda prodotto deve essere un contenuto a sé: chiaro, leggibile, informativo, con dati e valori che l’AI può sintetizzare. 
    • Il prezzo, le recensioni e la logistica sono parte della risposta: perché l’AI li include nel confronto tra opzioni. 

    In sintesi: l’e-commerce non deve solo vendere, ma partecipare attivamente alla conversazione tra utente e AI. 

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  9. Come prepararsi con metodo alla nuova era dell’AI-powered shopping 

    Noi di Cepar crediamo che non esista una soluzione unica, ma un approccio strutturato.  
    Ecco da dove iniziare: 

    1. 1. GEO-first mindset 
      Adottare la logica della Generative Engine Optimization: costruire contenuti pensati per essere compresi, rielaborati e integrati nelle risposte AI. Vuoi saperne di più? Abbiamo scritto un articolo dedicato alla GEO, leggilo subito! 
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    3. 2. Feed e integrazioni impeccabili 
      Curare feed prodotto, attributi, markup, recensioni e tutto ciò che un’AI può usare per selezionare e proporre il tuo prodotto. 
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    5. 3. Contenuti che anticipano, non che inseguono 
      FAQ intelligenti, articoli tutorial, comparazioni verticali: tutto ciò che risolve un bisogno reale, anticipando la domanda. 
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    7. 4. Presidio dei touchpoint alternativi 
      Marketplace, comparatori, creator, community verticali. L’AI usa anche questi dati. Essere presenti lì significa essere rilevanti anche nella sintesi AI. 
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    9. 5. Monitoraggio delle risposte AI 
      È possibile — ed è fondamentale — monitorare le risposte AI con strumenti di listening evoluti, per capire dove e come si parla del brand. 

 

In conclusione: vendere nell’era dell’AI non è (solo) tecnologia, è strategia 

AI-powered shopping non è una nuova piattaforma, è un nuovo modo di comprare. E quindi un nuovo modo di vendere. Cambiano i touchpoint, cambiano i criteri di selezione, cambia il ruolo del contenuto. 

I brand che sapranno adattarsi, costruire contenuti “AI-friendly”, ottimizzare i feed e presidiare i nuovi spazi di decisione, potranno guadagnare un vantaggio competitivo reale

Noi di Cepar siamo qui per aiutarti a farlo. Non solo per “adattarti” all’AI, ma per sfruttarla come leva strategica del tuo marketing.