Era da tempo che si vociferava intorno a questa operazione, ma lunedì 20 maggio 2013 il tutto è diventato finalmente ufficiale: usando, non a caso, come strumento di comunicazione il post di un nuovo blog creato appositamente per l’occasione, Marissa Mayer, amministratore delegato di Yahoo!, conferma di aver raggiunto l’accordo con David Karp, CEO e fondatore di Tumblr, per l’acquisizione della piattaforma di micro-blogging più famosa al mondo da parte del colosso americano, finalmente svegliatosi da un lungo torpore, perlomeno in campo Mobile e nel social networking, per la modica cifra di 1,1mld $. Un altro “billion-dollar-day”, dunque, che entra di diritto nella storia più recente del web 2.0.

Con questa acquisizione, Yahoo! risponde con un po’ di colpevole ritardo a Facebook, che ha acquistato lo scorso anno Instagram, la piattaforma di photo sharing più usata dagli internauti, per una cifra che si avvicina molto all’esborso di Yahoo!, circa 1mld $, e a Google, soprattutto, che già nel “lontano” 2006 acquistò Youtube per 1,65mld $ e che con l’integrazione al sito di condivisione dei video di numerosi prodotti, di cui Google + e Google Maps costituiscono il fiore all’occhiello, pareva aver scavato un solco decisivo nei confronti di tutti i competitor.

Yahoo-Tumblr-Acquisizione

Del resto, già dal momento della sua elezione a chief executive di Yahoo!, avvenuta il 16 luglio 2012, Marissa Mayer sembrava aver le idee molto chiare: rilanciare un big dell’Information Technology statunitense che non mostrava più lo smalto di un tempo. Forte della grande esperienza in Google, a fronte di una giovane età (la Mayer è nata nel 1975), la CEO-mamma più famosa d’America ha deciso che era il momento di sferrare l’attacco e riportare Yahoo! ai fasti di un tempo.

La scelta è ricaduta su Tumblr, piattaforma di micro-blogging e social networking fondata da un David Karp poco più che ventenne nel 2007, e che annovera tra i suoi iscritti già 108 milioni di blogger, con 78 milioni di post complessivi al giorno. L’ennesimo grande fenomeno del web 2.0, insomma, che ha la peculiarità di combinare la possibilità di comunicare le proprie idee del blog, con l’immediatezza e la condivisione offerta dal social network.

Ciò che fa di Tumblr una piattaforma così cool, è la grande libertà concessa ai blogger, che non esitano a entrare a gamba tesa con toni decisamente censurabili su argomenti come la discriminazione razziale e l’intolleranza religiosa, o a pubblicare immagini pornografiche e post carichi di allusioni sessuali. Un piccolo spazio dove mostrare la parte più ribelle di sé, insomma, al riparo dalle convenzioni delle società di appartenenza, una valvola di sfogo, un luogo in cui rimarcare la propria indipendenza intellettuale. Ma anche uno spazio online decisamente minimalista e ancora “incontaminato” dall’assillo dell’advertising.

È proprio il timore di essere sommersi da banner pubblicitari di ogni tipo e dalla normale prassi dei siti commerciali a spaventare il pubblico di Tumblr dall’acquisizione da parte di Yahoo!. In un certo senso, l’eccessiva esposizione mediatica che l’accordo porterà con sé e la logica del profitto a ogni costo potrebbero rovinare la struttura della piattaforma di blogging e spingere gli utenti a emigrare verso altri lidi.

A questo proposito, Marissa Mayer ha subito rassicurato il popolo di Tumblr con una promessa “di non rovinare tutto!”, meno edulcorata e più diretta, a cui ha fatto seguito un “Tumblr manterrà la sua indipendenza e David Karp continuerà a guidarlo come ha fatto in questi anni…”. Certo, riuscirà difficile a Yahoo! far passare la libertà di espressione disinibita e colorita di Tumblr, di stampo tipicamente adolescenziale, al grande pubblico, come è impensabile che il colosso americano non intervenga pesantemente nei blog con banner ADS di sponsorizzazioni eccellenti. Del resto, è la stessa logica commerciale a rendere la pubblicità sul web un fattore imprescindibile del business. A questo proposito, spicca l’idea di John Saroff, illustre utente di Tumblr, ex dirigente di Google, che propone di adottare il “modello YouTube”, con la possibilità cioè di pubblicare ADS solo su blog Tumblr “consenzienti”, condividendone le entrate con i loro proprietari.

Ma questi saranno solo dolci problemi che la Mayer avrà modo di risolvere nel tempo con il suo team. Per ora, com’è giusto che sia, passa solo l’immagine di un new deal per Yahoo!, capace con una sola mossa di catalizzare un target giovanissimo, quale quello di Tumblr, sul proprio core business, e di rispondere a Google e Facebook nel Mobile (che si regge notoriamente su blog e social network), con la prospettiva di crescita smisurata in un settore che aveva visto Yahoo! assente ingiustificato per anni.

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