Un 2015 a due facce per Instagram: il recente studio realizzato da Quintly testimonia da una parte la netta crescita dell'Advertising sulla piattaforma (sbarcato in Italia da pochi mesi), con oltre 400 milioni di utenti raggiunti e un numero totale di inserzionisti attivi superiore rispetto a Twitter, e dall'altra rivela però il malcontento del 60% degli utenti giornalieri per l'aumento della frequenza di ads mostrate nei loro stream.

Ma le "cattive notizie" sembrano non finire qui per il più popolare social "fotografico": dallo studio, effettuato su oltre 10.000 profili, emerge infatti un calo del 40% delle interazioni, da 4.96 a 3.10 durante il corso dell'anno.

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"Davvero sorprendente questo calo nel tasso di interazione - ha dichiarato Julian Gottke, Communications Manager di Quintly - Lo scorso anno abbiamo classificato Instragram come il "re dell'engagement" e ora il totale di interazioni è calato significativamente".

Gottke attribuisce il dato sia all'aumento dei post sullo stream degli utenti, segnalando come un aumento del numero dei post non sempre si traduce in più interazioni, che all'incremento medio dei followers per ogni profilo, che porta un naturale abbassamento del tasso di interazione.

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Un dato positivo emerge invece dai video: nel 2015 infatti il numero di video postati su Instagram è quasi raddoppiatorispetto all'inizio dell'anno, passando da 1.78 a 2.77 al giorno.

 

Instagram in calo nel 2016?

Alla luce dei dati, c'è da preoccuparsi per il 2016? Non esattamente. I dati 2015, visti nel loro complesso, sembrano rappresentare più una crescita del canale verso la reale maturità che un crollo verticale.

Era infatti naturale attendersi un periodo di "assestamento", visto lo sbarco relativamente recente dell'Advertising sulla piattaforma, ed in questo senso i dati devono essere letti nel loro insieme, tenendo in grande considerazione ciò che Instagram rappresenta ad oggi per utenti e brand, come sottolinea lo stesso Gottke:

"Instagram continuerà a rappresentare un network estremamente importante per i brand ed il loro storytelling. Attraverso le sue caratteristiche prettamente visuali, spinge i brand ad essere sempre più creativi, pubblicando contenuti più interessanti e meno intrusivi, rendendolo di fatto più piacevole da usare per i consumatori e, dal punto di vista dei brand, mantenendo le interazioni più alte rispetto a quanto avviene su Facebook".

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